02 JELIEL

Angelo dell’Amore universale. Jeliel custode dei nati dal 26 al 30 marzo

Angelo N. 2 guidato dall’Arcangelo Metatron, appartenente alla Sephirot Keter, nel Coro Angelico dei Serafini della I° Gerarchia “I Consiglieri Divini”.

 

Gli Angeli Serafini (Sephirot Keter) insieme agli Angeli Cherubini (Sephirot Chokmah) e agli Angeli Troni (Sephirot Binah) della I° Gerarchia “I Consiglieri Divini” risiedono nel Mondo Divino delle Emanazioni (elemento fuoco)

Egli, l’Angelo Jeliel, ha caratteristiche delle energie maschili (-el) e governa astrologicamente dal 5° al 10° grado dello zodiaco sotto il segno dell’Ariete, segno zodiacale dell’elemento fuoco.

Secondo l’angelologia esoterico/astrologica, gli Angeli custodi del segno dell’Ariete sono sei Angeli custodi che trasmettono ai loro rispettivi protetti energia intensa e focosa, generosità d’animo, entusiasmo gioviale, grande desiderio di rigenerazione, di creatività e dal temperamento spontaneo e vivace.

Leggi come tutti gli Arcangeli delle sfere angeliche collaborano con il segno zodiacale dell’ariete in questo articolo di approfondimento “Gli Arcangeli e i Segni Zodiacali: Ariete”

Questo Angelo collabora e lavora con le energie di Nettuno legate all’Arcangelo Metatron dove l’Angelo Jeliel governa con le energie saturnine [ troverai interessante questo articolo sui pianeti “Astrologia: 10 pianeti influenzano la nostra vita quotidiana” ]

Altri interessanti spunti di approfondimento li troverai in questi articoli che spiegano, nel dettaglio, come gli Arcangeli lavorano con le Energie Planetarie associate alle Sfere di Reggenza Arcangeliche nell’Albero cabalistico Angelologico

“Arcangeli e Pianeti – 1° Parte” e “Arcangeli e Pianeti – 2° Parte”

Il nome dell’Angelo Jeliel significa “Dio Caritatevole”.

L’Essenza divina dell’Angelo Jeliel è: l’ Amore e la Saggezza, doni e virtù dispensate, come Angelo custode, ai suoi protetti nei giorni dal 26 marzo al 30 marzo. 

In tempi antichi Jeliel veniva invocato con questo versetto:

“Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto”

(Sal. 22,20)

Conosciuto come l’Angelo dell’Amore universale, Jeliel, nei cinque giorni come “Angelo custode del giorno”, (di passaggio nel giorno della Nascita) è incaricato di stimolare le nostre attività sentimentali ed emotive donando rispettivamente ai nati in questi giorni:

  • 22 marzo: l’appoggio
  • 4 giugno: le tecniche
  • 18 agosto: gli ideali
  • 30 ottobre: la pedagogia
  • 10 gennaio: la fortuna

Come “Angelo custode delle Missioni” (di passaggio nei 20 minuti della Nascita) è incaricato di stimolare i nostri pensieri e le nostre attività mentali donando ai nati dalle ore 00,20 – 00,40: amare ed essere amati.

L’Angelo custode Jeliel amministra il potere dell’Amore in tutte le sue forme: la fedeltà del coniuge, l’obbedienza e la lealtà da parte dei figli e dei sottoposti.

Sostiene i suoi protetti nel percepire la creazione cosmica e le sue sensazioni si riveleranno giuste.

Rivela i misteri connessi alle realizzazioni materiali concretizzando e consolidando qualunque realtà e donando ai suoi protetti l’elevazione spirituale e l’ascesa sociale in tempi rapidi.

L’Angelo custode Jeliel permette di costruire il mondo terreno in conformità alle regole dei mondi superiori; ciò che è opportuno fare o che è pronto a pervenire allo stadio delle realizzazioni pratiche donando l’opportunità di bussare alla porta giusta che si trova in attesa di essere varcata.

Accorda la solidità, la tranquillità, la fecondità vegetale, animale, umana, lavorativa, la possibilità di conoscere le virtù delle piante, le peculiarità dei minerali.

L’Amore, sua Essenza divina, è da intendere  come L’amore incondizionato verso tutto ciò che è vita divenendo saggio attraverso la Conoscenza, e la Conoscenza conduce all’amore.

Ognuno di Noi gode del Libero Arbitrio per cui Il dono è accettato o nemmeno preso in considerazione.
Sviluppare tutte le attitudini portate dai nostri tre Angeli di nascita è raro e in ogni caso saranno il carattere e le vicissitudini della vita a scegliere con noi. Attraverso il Dono, l’Angelo custode dà Tutto se Stesso.

In sintesi la PRODIGIOSA attività dell’Angelo custode Jeliel influenza con la sua Essenza, le virtù e i suoi poteri tutti i suoi protetti e a chiunque Gli chieda sostegno, attraverso l’invocazione, nei giorni e nei suoi minuti di passaggio:

  • amore universale
  • amore per i bambini e per il prossimo
  • bontà d’animo
  • carattere socievole
  • fedeltà
  • affidabilità e gentilezza
  • rispetto e lealtà
  • pace e gioia di vivere
  • prontezza di spirito e vivacità di pensiero,
  • idee utili e concrete
  • capacità di seduzione
  • passionalità
  • facoltà di amare ed essere amati
  • attitudine a tutto ciò riguarda l’ordine e la giustizia
  • fecondità alle persone, agli animali ed alle piante
  • fortuna nel commercio

L’Angelo custode Jeliel annulla i difetti del suo Angelo ombra*

  • l’indifferenza
  • la noncuranza verso il partner
  • gli eccessi di orgoglio
  • la grettezza e il narcisismo
  • l’ infedeltà
  • l’ egoismo
  • l’ aridità e l’ avarizia
  • la solitudine

NB: *L’Archetipo ombra corrisponde a tutti quei difetti e atteggiamenti negativi che l’essere umano dispone e nel totale libero arbitrio sceglie di viverli.

Negli articoli dedicati ad ogni Angelo custode questi difetti sono specificati “propositiva-mente” per comprendere appieno dove l’Archetipo ombra lavora e come,con il Sostegno dell’Archetipo di Luce, possiamo andare a lavorare su noi stessi e annullarli.

Esortazione dell’Angelo custode Jeliel

Che cosa hai fatto oggi per migliorare la qualità del Mondo?
Voglio che tu sappia che hai a disposizione un’immensa Luce, scintillante, risplendente.
Apri la tua coscienza e vivrai nella gioia e nell’entusiasmo.

L’Arcangelo Metatron guida gli otto Angeli che appartengono al Coro dei Serafini:

    1. Angelo custode Vehuiah dal 21 al 25 marzo
    2. Angelo custode Jeliel dal 26 al 30 marzo
    3. Angelo custode Sitael dal 31 marzo al 4 aprile
    4. Angelo custode Elemiah dal 5 al 9 aprile
    5. Angelo custode Mahasiah dal 10 al 14 aprile
    6. Angelo custode Lelahel dal 15 al 20 aprile
    7. Angelo custode Achaiah dal 21 al 25 aprile
    8. Angelo custode Cahetel dal 26 al 30 aprile

Secondo i testi sacri Metatron è Colui che siede accanto a Dio ed è considerato l’Alchimista dell’Universo.

Dai testi sacri, giunge a noi notizia, che Enoch (Arcangelo Metatron in vesti terrene prima di ascendere accanto a Dio) fu un esempio di rettitudine e fu fonte di ispirazione per molte anime terrene, aiutandole a ricordare il loro Sé superiore e il viaggio che necessita fare per ricongiungersi alla Fonte Suprema.

La Sua missione è di assistere l’uomo al fine di riportarlo alla perfezione del primo modello Divino: l’Adam Kadmon delle origini.

Metatron è anche l’Angelo dei numeri, in quanto viene descritto con 72 ali e 12 facce ed è conosciuto per  il suo“Cubo” interconnesso al “Fiore della vita”

Comprendere la Potenza delle Potenze, l’Arcangelo Metatron e il suo Sigillo, è fondamentale in quanto sulla Sommità dell’Albero della Vita non solo guida i suo Angeli del Coro dei Serafini ma collabora con ogni Arcangelo delle Sfere Angeliche.

Dio caritatevole

Coro degli Angeli Serafini
Da 5° a 10° dell’Ariete

Angelo Custode dei nati
dal 26 marzo al 30 marzo

Amore

22 marzo: appoggio
4 giugno: tecniche
18 agosto: ideali
30 ottobre: pedagogia
10 gennaio: fortuna

Ore 00,20 - 00,40: amare ed essere amati



Jeliel, o Yeliyel, o Yeliy’el, è il secondo Soffio e secondo raggio angelico nel Coro nettuniano degli Angeli Serafini guidato dall’Arcangelo Metatron, nel quale governa le energie di Urano. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dallo 5° al 10° dell'Ariete ed è l’Angelo Custode dei nati fra il 26 e il 30 marzo.

I sei Angeli Custodi dell'Ariete, collettivamente, assicurano ai loro nati un'energia intensa e focosa, generoso entusiasmo e un acceso desiderio di rigenerazione.

Il nome di Jeliel significa "Dio caritatevole"

Il dono dispensato da Jeliel è l'AMORE

Questo Angelo rappresenta e concede il potere di concretizzare e consolidare qualunque realtà: accorda la solidità, la tranquillità, la fecondità (vegetale, animale, umana, lavorativa), la fedeltà del coniuge, obbedienza e lealtà da parte dei figli e dei sottoposti. Fa vincere i processi e annulla i litigi, le dispute, separazioni e divorzi. Assicura il successo in attività di costruzione e produttive. Aiuta anche a far carriera nelle amministrazioni, nella diplomazia e nelle forze dell'ordine. Dice Haziel che Jeliel rivela i misteri connessi alle realizzazioni materiali, a tutto ciò che si concreta in termini tangibili. Invocandolo la persona otterrà eccezionali intuizioni (...), avrà la possibilità di conoscere le virtù delle piante, le peculiarità dei minerali, e di presentirne la filiazione cosmica (e i suoi presentimenti si riveleranno esatti). Le sarà dato di saper scegliere il materiale più idoneo a questa o quella costruzione (...). L'influenza di questo Angelo permette di costruire il mondo terreno in conformità alle regole dei mondi superiori. La persona sa (o è in grado di apprendere, attraverso la preghiera rivolta a Jeliel) ciò che è opportuno fare o 'che è maturo': pronto, cioè, a pervenire allo stadio delle realizzazioni pratiche. Di qui la sua possibilità di bussare alla porta giusta: quella, appunto, che si trova in attesa di essere varcata. Per tale motivo l'elevazione spirituale, così come l'ascesa sociale, per i suoi protetti potranno essere molto rapide.

Jeliel secondo Sibaldi

Dice Sibaldi che tra i molti significati del Nome di quest’Angelo ci sono «io mi elevo tra coloro che vedono» e anche «io mi faccio udire [in ebraico yel] nell’assemblea riunita [liyi]». Questo attiene al compito che gli Yeliy’el si sono dati nel venire al mondo, cioè essere il capo, in tutti sensi. A cominciare addirittura dal proprio corpo: gli Yeliy’el, in sé e per sé, sono soprattutto la propria testa, si identificano cioè con la propria intelligenza e considerano perciò le emozioni, gli istinti e i sentimenti, se non proprio come inevitabili inconvenienti, perlomeno come un insieme di fattori ai quali imporre dall’alto una ferrea guida. Troviamo così, tra i filosofi Yeliy’el, Cartesio, con il suo yelielianissimo motto «Cogito ergo sum», per cui l’essere e il pensare divengono, appunto, tutt’uno. In secondo luogo, gli Yeliy’el sono capi nei loro rapporti con gli altri, nell’accezione più tradizionale del termine: troppo razionali, metodici, cauti, lucidi, logici, perché coloro che li circondano non capiscano quanto sia utile poter contare su uno Yeliy’el, su una testa pensante che sappia parlare chiarissimo e illuminare in ogni circostanza ciò che non tutte le altre teste sanno vedere. E come potrebbero, gli altri, non riconoscere autorità a un individuo simile? Diverrà leader, e non per ambizione (l’ambizione è una smania emotiva, e gli Yeliy’el non se ne lasciano certo dominare) ma perché semplicemente è giusto e ragionevole che sia così. Non per nulla, in letteratura fu Yeliy’el Paul Verlaine, acclamato «principe dei poeti» della sua epoca, che gioiva nell’elencare anche in versi le norme che a suo parere andavano ragionevolmente rispettate per scrivere come si deve. In terzo luogo, infine, l’intelligenza degli Yeliy’el non potrà che guardare dall’alto in basso i modi in cui vive l’altra gente, più o meno smarrita sempre nelle foschie emotivo-sentimental-istintuali. Inutile nascondere l’evidenza: se l’umanità si divide nettamente in esseri superiori e in esseri inferiori, ogni Yeliy’el sa perfettamente, e senza la benché minima vanità, di essere tra i primi; dovrà dunque comportarsi di conseguenza. La sua casa, le sue abitudini, le sue aspirazioni, i suoi gusti dovranno avere qualcosa di particolare o essere più raffinati di quelli della maggioranza: tutto ciò che è suo avrà tratti di esclusività, dal linguaggio, agli abiti, alle tendenze sessuali. E solo ottemperando a queste sue esigenze da ruling class si sentirà perfettamente realizzato. Un illustre, grande esempio di tale finezza lo diede la Yeliy’el santa Teresa d’Avila, che per decenni analizzò con razionalità estrema nientemeno che il processo e i massimi gradi del più aristocratico dei piaceri, l’estasi – con la dovuta attenzione anche per le sue implicazioni erotiche, naturalmente preziosissime ed estremamente originali. Nella vita quotidiana potranno essere mistici, filosofi, poeti, come ritrovarsi a loro agio nell’insegnamento (meglio se negli ordini di scuola superiori); oppure saranno perfetti ai vertici di qualche organizzazione o azienda (meglio se connesse con la tecnologia o la cultura). Sono presidenti, certo, più che manager; o anche pianificatori, architetti e ingegneri; oppure, se personalità particolarmente estroverse e disinvolte, potranno eccellere in qualche movimento popolare o nella gerarchia religiosa, sospinti in alto dall’ammirazione e dalla fiducia dei più.

Ma negli Yeliy’el il primato della testa può anche implicare aspetti burrascosi. A forza di ricondurre tutto alla sfera dell’intelligenza, avviene infatti che il loro animo, e soprattutto il corpo, possano avvertire una nostalgia, anche angosciosa talvolta, delle emozioni forti. Buona parte degli Yeliy’el sanno tenersi saldi al di qua di queste ultime, ben arroccati nel proprio realismo, da un lato, e anche nel timore del ridicolo, dall’altro. Ma quelli che non resistono alla tentazione si cercano passatempi spericolati (dall’alpinismo estremo ai rally nel deserto), oppure esplorano qualche perversione, oppure, nel peggiore dei casi, dopo essersi troppo a lungo limitati, precipitano in qualche tempestosa zona d’ombra da cui si sentono attratti come da un vortice. Fu per esempio il caso del celebre scrittore russo Nikolaj Gogol’, che in una crisi mistica si abbandonò all’anoressia e ne morì; o di Van Gogh, che prima di suicidarsi compì un disperato gesto yelieliano di ingiuria al corpo e al tempo stesso duello tra la sofferenza fisica e la mente che la contempla gelida, feroce, mentre se la infligge. E non si conosce la data esatta di nascita di quel padre della Chiesa, Origene, celebre oratore alessandrino, che attorno al 330 si evirò perché l’istinto non turbasse più la sua saggezza: ma sarei pronto a scommettere che venne al mondo anche lui verso la fine di marzo. È buona regola, per gli Yeliy’el, saper compensare il predominio della razionalità prima che si profili il rischio di simili eccessi. Più saggio fu, tra questi nati, Goya, che seppe rendere omaggio ai demoni che, diceva, «si destano non appena la ragione prende sonno»; li affrontò, li studiò, li raffigurò nei dettagli, esplorando le ombre della propria personalità come si esplora una miniera: la sua lucidità ne usciva, ogni volta, ritemprata, riequilibrata, e sempre più coraggiosa. Gli Yeliy’el sono disperatamente «mentali» – come tutti i Serafini – ma che piacere ascoltarli; sanno dare grandi lezioni di intelligenza con i loro cuori enormemente lontani dalla mente, la cui mente può dispiegare tutta la propria lucidità senza interferenze sentimentali. Ricordando però che ogni energia angelica, se ignorata (o abusata!) presenta anche specifici rischi, da cui l’angelologo mette in guardia spiegando sia come non sprecare forze nel tentativo di raggiungere obiettivi che non ci competono, sia come imparare a riprender fiato, una volta che ci si sia messi in marcia verso gli obiettivi appropriati. Nel caso di Yeliy’el la questione è particolarmente delicata: ai suoi intelligentissimi protetti va consigliato di essereabbastanza intelligenti da permettersi, ogni tanto, anche di fare un po’ gli stupidi, per riscoprire la dimensione del cuore – che in loro è poco sviluppata e perciò ingenua, indifesa, goffa. Il cuore, l’istinto è, in loro, ciò che gli junghiani chiamano «l’ombra»: gli aspetti trascurati, negati, repressi della personalità, i quali, se restano troppo dalla vita quotidiana, possono facilmente rivoltarsi e combinare brutti scherzi. Jung spiegava che nell’«ombra» ciascuno ha il proprio diavolo, il proprio avversario personale; ma anche che l’unico modo per renderlo inoffensivo è portarlo alla luce e venire a patti con esso. Gli Yeliy’el sono fin troppo bravi nel tenere tutto sotto controllo: il loro «diavolo» è il disordine, che può irrompere nella loro vita, tutt’a un tratto, sotto forma di improvvise, disastrose inavvertenze. Sono proprio gli Yeliy’el troppo ferrei nel guidare fermamente la loro passionalità, ad esempio, che rischiano che il loro «diavolo» li spinga a innamorarsi, a un certo punto, della persona più sbagliata, determinando così un periodo orrendo della loro vita. Imparino dunque a considerare e a usare le loro doti cum grano salis, il che nel loro caso significa con un pizzico di follia e di candore, almeno tre volte a settimana. Ci vuole coraggio, senza dubbio. Diceva Tolstoj che le persone sagge devono addestrarsi al «coraggio della stupidità»: (...) ricordatevelo, protetti di Yeliy’el; lì è il segreto della vostra grandezza, oltre che della vostra armonia interiore.

Qualità di Jeliel e ostacoli dall'energia "avversaria"

Le qualità sviluppate da Jeliel sono sono amore universale, amore per i bambini e per il prossimo, bontà 
d'animo, carattere socievole, aperto e leale; fedeltà, modi affidabili e gentili, senso positivo della gerarchia, rispetto, verità. Dona pace, gioia di vivere, prontezza di spirito e vivacità di pensiero, idee utili e concrete, capacità di seduzione, forte carica erotica, facoltà di amare ed essere amati. Concede ascendente sui potenti, obbedienza, attitudine a tutte le cose che riguardano l'ordine e la giustizia; influenza sulla riproduzione di tutto quello che esiste nel regno animale.

L'Angelo dell'Abisso a lui contrario si chiama Aratak e rappresenta l'indifferenza. Domina su tutto ciò che può nuocere agli esseri animati, induce gli individui alla noncuranza verso i loro partner, provoca divisione nelle coppie trascinandole a venir meno alla lealtà reciproca. Causa eccessi di orgoglio, grettezza, narcisismo, infedeltà, egoismo, aridità, avarizia; perdurare del celibato e solitudine, licenziosità.

Meditazione associata al Nome

La meditazione associata a Jeliel si chiama "ritrovare le scintille". Secondo la Kabbalah, infatti, la vibrazione di queste lettere consente di ritrovare scintille di Luce spirituale e revitalizzare le nostre energie quando ci sentiamo bloccati e percepiamo che la nostra vitalità si sta esaurendo. Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per il potere di questo Nome, frammenti di Luce vengono sottratti alle entità distruttive che dimorano in me. La loro forza viene interrotta e l'energia divina torna a colmarmi. La vita torna a splendere con crescente intensità mentre, giorno dopo giorno, miliardi di scintille fanno ritorno alla mia anima, che è la loro vera sorgente.

 

Esortazione angelica

Jeliel esorta a invocarlo per ottenere guida a trovare dentro di sè la chiarezza di visione e risorse per il proprio lavoro.

Giorni e orari di Jeliel 

Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Jeliel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 10 gennaio, 22 marzo, 4 giugno, 18 agosto, 30 ottobre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h. 00.20 alle 00.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera rivolta specificamente a Jeliel è il versetto "Tu autem, Domine, ne elongaveris, fortitudo mea: ad adiuvandum me festina" (Sal. 22,20 - Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza: accorri presto in mio aiuto).

 

Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori

A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, la radice (Yod Lamed Yod) del Nome risponde alla configurazione: "La Ruota - l'Appeso - la Ruota"

Da qui la riflessione che nasce dalle domande poste da questi arcani: chiede la Ruota (il ciclo del mutamento): che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca?Chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrificare? che cosa devo dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare? verso quale punto devo rivolgere la mia ricerca interiore? Chiede ancora la Ruota: che ciclo si è concluso, cosa devo cambiare? quali sono le mie opportunità? cosa mi aiuta? cosa sto ripetendo? quale enigma emozionale mi blocca?

L'opportunità sottintesa da questa combinazione è l'occasione di un profondo mutamento che, attingendo dal nostro inconscio, può produrre la rapida nascita di un uomo nuovo, in perfetta e consapevole armonia con le leggi universali.

CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA

Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 26 e il 30 marzo. L'angelo Jeliel appartiene al Coro degli Angeli Serafini guidato dall' Arcangelo Metatron. Questa decade in particolare (21-30 marzo) e il segno dell'Ariete nel suo complesso cadono entrambi sotto il severo 'influsso dell'Arcangelo Kamael.

Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Jeliel. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.